giovedì 10 gennaio 2013

Prego, dottò!

 
Cari amici del Bradipo, oggi affrontiamo un tema che mi si è rivelato ancora più spinoso di quanto pensassi: quello dei parcheggiatori abusivi. Adesso voi mi direte: con tutti i problemi che ci sono in Italia, e in particolare a Napoli, che cosa sarà mai l'euro da dare al guardamacchine? E invece a molti quell'euro gli brucia, e tanto. Cerchiamo allora di fare qualche considerazione su questo problema ingiustamente sottovalutato.
 
Il mestiere di parcheggiatore abusivo ha una lunga tradizione in Italia. Totò lo esercitava in Totò, Peppino e la dolce vita, arrivando a un certo punto del film a capeggiare una protesta per la regolarizzazione di tutta la categoria. Salvo poi, all'arrivo delle madame, dileguarsi al grido di battaglia di "arrangiatevi"; ed è proprio questo il nocciolo della questione.

Esiste in economia un concetto, quello di disoccupazione strutturale. Wikipedia la definisce come "la mancanza di un impiego legata all'assenza di corrispondenza tra domanda e offerta di lavoro. In altre parole, è la mancata corrispondenza tra abilità del lavoratore e richiesta del datore, oppure la differenza di posizione geografica." Tradotto per gli umanisti come me, la disoccupazione strutturale è quel concetto in base al quale un terzo della popolazione di Napoli, a occhio e croce, è tagliato fuori da tutte quelle opportunità di impiego che prevedono competenze acquisite attraverso un determinato percorso formativo, o la residenza in una zona con un certo sviluppo industriale. Semplificando ulteriormente il concetto, la disoccupazione strutturale dice, in termini non meno perentori dei dieci comandamenti, che se sei nato povero a Milano puoi fare l'operaio, se sei nato borghese - tanto a Napoli quanto a Milano - puoi fare il web designer; ma se sei nato povero a Napoli ti devi arrangiare

Che cosa vuol dire arrangiarsi? Vuol dire procurarsi il denaro, valore di scambio indispensabile all'ottenimento dei generi di prima necessità e al pagamento di affitti e utenze, nei modi che ti prospettano i circuiti economici a te accessibili.Ora, per quanto questo possa turbarci e indignarci, e vi assicuro che mi turba e mi indigna non meno di voi, l'unico circuito economico accessibile a moltissimi napoletani è la cosiddetta camorra. Parola che noi usiamo a sproposito, che in passato designava un particolare tipo di società criminale ormai scomparsa, ma che noi continuiamo imperterriti a utilizzare. Forse, e perdonatemi la malizia, per rimarcare una differenza dal sottobosco dell'illegalità che a ben vedere è piuttosto tenue.

Non avrei mai creduto di fare riferimento a una parabola evangelica in questo blog. Come sapete, o avrete capito, sono tutt'altro che un  devoto cristiano. Eppure la storia dell'adultera che Gesù avrebbe salvato dalla lapidazione è così calzante che la tentazione di servirmene è stata troppa. Chi è senza peccato, dunque, scagli la prima pietra. Chi ha sempre operato nell'alveo della legalità, chi non si è mai reso complice di un raggiro, di un imbroglio, di una piccola infrazione, spari pure a zero su questa categoria di prepotenti estorsori di spiccioli. E poi, cortesemente, mostri a noi comuni mortali la strada per la santità. Attenzione però a dove mette l'aureola: sembriamo tutti gente per bene, ma 'na vutata d'uocchie e scompaiono l'aureola, l'accendino e le sigarette. 

L'ovvia obiezione, a questo punto, è che nei paesi civili queste cose non si fanno. Certo che no. Nei paesi civili esiste uno stato sociale serio, in base a un principio saldamente radicato, nonostante l'opposizione che ha sempre incontrato e che continua a incontrare: la povertà è un problema sociale, e a livello sociale va risolta. Se Tizio non ha di che mangiare, non ci possiamo seriamente aspettare che si accomodi su un cartone, all'entrata di un grande magazzino o di una chiesa, e si metta a chiedere l'elemosia. Non è realistico pensare che tutti i disoccupati, magari con famiglia, si riducano a questo, e a mio giudizio non è neanche morale. I protestanti del Nord Europa guarderebbero anche con indifferenza gli infelici che dio ha predestinato all'inferno morire di fame e di freddo, ma si sono fatti i loro conti e hanno capito che aiutarli era più conveniente.
 
Inoltre, e con questo chiudo la mia breve disquisizione sull'argomento (affinché da breve non arrivi a meritare gli appellativi di interminabile e tediosa), non vedo grande differenza, in termini pratici, fra pagare un parcheggiatore o un grattino. Anzi, il parcheggio abusivo è custodito. Il ladro sa che da qui a lì le macchine non si toccano. Lo garantisce un potere criminale, nefasto, esecrabile, ma funzionale. Quali straordinari servizi vengono offerti ai cittadini "onesti" in cambio delle loro tasse? Ci costano più i parcheggiatori o politicucci, faccendieri, raccomandati e affini? Suvvia, dunque, critichiamo tutto quello che non va nel nostro paese e nella nostra città, ma ricordiamoci che il pesce puzza dalla testa. E lasciamo perdere la retorica degli anatema e della superiorità morale; finisce che qualche pietra, nella foga lapidatoria, arriva anche addosso a noi.


2 commenti:

  1. ja bradipo ma o'ver faje?
    non si può usare la povertà per giustificare qualsiasi cosa! te l'ho già spiegato su fb quindi non mi ripeterò qui. vedo però che nel tentativo di guadagnare argomenti ci hai messo anche il fatto che nessuno di noi ha avuto sempre e solo comportamenti 'legalitari'. ma questo non è un problema di 'legalità' è un problema di estorsione. chi mi estorce del denaro, con le buone o con le cattive, per me sarà sempre un nemico e non ci sarà mai, dico mai, nessuna motivazione sufficiente per giustificarlo.
    Inoltre come si fa a paragonare l'ammacchiamento di un accendino con un mestiere (se vogliamo chiamarlo così) come quello del parcheggiatore abusivo??

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  2. Allora, innanzitutto io non giustifico l'estorsione. Se il parcheggiatore abusivo costringe l'automobilista o motociclista con minacce a pagarlo, commette un chiaro abuso. Del resto, se parcheggi sulle strisce blu lo stato non pretende da te dei soldi, sotto forma di grattino? E se non lo applichi, e un vigile se ne accorge, non ti multa?
    Sul fatto di estorcere con le buone, mi scuso ma è un concetto che il mio cervello non arriva a comprendere :-)
    Se qualcuno ti chiede una sigaretta, te la sta estorcendo dunque?
    L'esempio dell'accendino ammacchiato era una battuta. Il senso era che tutta la nostra economia gira intorno all'imbroglio e all'illecito. In tutto questo a me il parcheggiatore sembra l'ultimo fesso.
    Lo giustifico (sempre nel caso in cui non si trasformi in un violento o un vandalo) perchè non mi pare che abbia alternative. L'unico argomento che mi convincerebbe a condannare i parcheggiatori come categoria sarebbe la dimostrazione che hanno la possibilità di guadagnarsi da vivere facendo un lavoro serio, e scelgono invece di passare la giornata in mezzo alla strada, al vento, all'acqua e al freddo, a respirare monossido di carbonio e a scappare dai vigili.

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