lunedì 2 ottobre 2017

Lavorare, guadagnare e votare




DISCLAIMER: questo post contiene ironia.


Allora, gentaglia, fa d'uopo che io scriva qualcosa sulla situazione catalana. Come sempre, e come voi sapete bene, io vedo più lontano degli altri, appesantiti come sono da tutta una serie di inutili nozioni e pregiudizi. La verità sulla delicatissima impasse che si sta venendo a creare fra Barcellona e Madrid noi la possiamo capire solo se partiamo dalla canzoncina per bambini di cui ho linkato il video. Non c'è bisogno di parlare il catalano per capire che in questa regione si incita chiaramente, e senza vergogna, al lavoro minorile. Basta guardare i gesti inequivocabilmente agricoli dei pargoli per rendersene conto. Dovete sapere, miei cari catecumeni, che i catalani non sono come noi immaginiamo gli spagnoli; quelli sono gli andalusi. I Catalani sono uno specie di incrocio fra l'industriosità dei lombardi e l'attaccamento morboso al denaro dei genovesi. Sapete come è stato inventato il filo di rame? Da due catalani che si contendevano una peseta.

Ci sono altre mille barzellette sui Catalani, ma citarle tutte sarebbe beside the point, come dicono a Boscotrecase. Capite bene che in una regione in cui i bambini cantano in coro "Lavoriamo, così avremo l'avena" non potrà mai passare un discorso del tipo "ma dai, rilassati, va bene i politici ti mangiano le tasse ma alla fine basta che ci sta il sole, basta che ci sta il mare, io tengo uno zio sopra al comune, stai in mano all'arte, senti come è buono questo prosciutto, è serrano". Non sono Andalusi, sono Catalani. Lavorano, producono e si sentono, forse in parte giustificatamente, meglio di chi si adagia. Sono, in buona sostanza, settentrionali. Non so in quale misura siano colpiti dal priapismo di bossiana memoria, ma sono sicuramente gente del Nord.

Ora, uno potrebbe, a voler proprio ragionare, mettere l'accento sul fatto che questa visione mal si sposa con tutta la retorica di sinistra sciorinata in questi giorni. L'andaluso non è come il catalano per ragioni storiche, più o meno le stesse per cui il napoletano non è come il genovese o il lombardo. Allora, è giusto dire visca Catalunya se poi l'Andalusia deve morire di fame? Ed è giusto che la Catalogna torni ad essere rica i plena a spese della Galicia e dell'Extremadura? 

Lancio un'idea: lavorare meno, lavorare tutti. Meno treballar per i bambini catalani, e più sviluppo e occupazione per le regioni che oggi la Catalogna sente come una palla al piede. Più giustizia, più solidarietà e più rispetto per tutti i cittadini di questo paese bellissimo e straordinariamente vario che è la Spagna. Tapas, tortilla de patatas e paella per tutti; e che l'avena, cruda e non condita, se la mangino gli imbecilli, incoscienti e corrotti che hanno fatto manganellare anziani indifesi.