venerdì 19 aprile 2013

Il compleanno della libertà e le majunches a Posillipo

Amici del Bradipo, buonasera. Anche oggi, ve lo confesso, ho fatto una marachella. Invece di andare a seguire la mia lezione di pedagogia all'Università, nell'ambito nel percorso formativo che mi porterà a diventare il professor Palermo, me ne sono andato a fare una gita fuori porta con alcuni amici sovversivi. Dovete sapere che in data odierna si celebra l'anniversario dell'indipendenza del Venezuela, e per l'occasione il personale del Consolato napoletano della patria di Bolivar si è recato, come di consueto, a ricordarlo presso il busto del Libertador, al Parco Virgiliano. In una splendida cornice di sole, mare e la famosa "aria fina" celebrata da tanti capolavori della canzone napoletana classica, hanno preso la parola il Console, alcuni suoi collaboratori, e infine un sovversivo del quale non faremo il nome, ma al quale faremo riferimento d'ora in poi come "il facinoroso", per ragioni che vi appariranno chiare a breve.

Ebbene, era tanto una bella giornata, gli interventi erano stati estremamente misurati ed equilibrati, nonostante la situazione di grave tensione che ha vissuto il Venezuela negli ultimi giorni (che hanno prodotto otto morti e diversi feriti); poi, poco prima di schierarci per una bella foto ricordo, un misterioso personaggio con la maglia della Vinotinto si avvicina al facinoroso, pronunciando la fatidica locuzione "lei mi deve una spiegazione", Vabbè, non ha detto proprio così, ma quello era il senso. Invitato a unirsi a noi per lo scatto, declina l'invito. Mmmhhh...

Poco dopo, ecco spiegato l'arcano: alcune giovani donne, munite di cartelli e striscioni antichavisti, si avvicinano (pur rimanendo alla debita distanza di sicurezza) ed esprimono il loro dissenso rispetto a qualcosa. Siccome non è facile (almeno per me) capire che cosa si possa mai imputare al proceso bolivariano, mi avvicino, preceduto peraltro da un gruppetto di compagne e compagni (scusate il termine). La curiosità mi mangia vivo, non ho mai visto dei majunches da vicino. Come avevo ipotizzato, sono venezuelane. Una di loro ha perfino una pentola con sé, che però ha il buon gusto di non percuotere. Leggo i cartelli, chiedono il riconteggio dei voti. Care amiche, forse non vi è arrivata la notizia, ma i voti si stanno già riconteggiando. E verrà confermato il risultato annunciato, state tranquille. Sappiamo quanto sia affidabile il sistema elettorale venezuelano, ce lo hanno detto gli osservatori internazionali. Ce lo ha detto Jimmy Carter, che lo ha descritto come il più affidabile che avesse mai avuto modo di conoscere. Ma voi volete il riconteggio. E va bene, lo avrete. Non era necessario sparare, aggredire, appiccare incendi. Non lo era, perlomeno, se il vostro obiettivo era una verifica del risultato elettorale, e non far sprofondare il paese in un clima che potesse giustificare un intervento militare. Ma non facciamo i malpensanti, parliamo con le signore. 

Se non che, le signore tanto signore non sono. La loro antipatia per il neo-eletto Nicolas Maduro è viscerale, una parola tira l'altra, e ben presto una di costoro invita il facinoroso ad andarsene a Cuba, che nella sua immaginazione dev'essere una specie di riserva per comunisti pedofagi e liberticidi. Si scatena il parapiglia. Il facinoroso ha un diavolo per capello (meno male che di capelli non ne ha tantissimi...), le majunches sono quasi in lacrime, dicono di volere la pace, ma allora poi uno si chiede perchè siano venute a provocarci, proprio nel giorno in cui si celebra l'indipendenza del loro paese. Si scopre ora che l'uomo misterioso è il marito di una di loro, nonché sedicente militante del M5S, che rimprovera al facinoroso di aver accostato il Movimento a un'esperienza a suo giudizio negativa. In realtà, è facilmente verificabile che lo stesso Grillo ha più volte fatto riferimenti a Chavez ed altri leader latinoamericani di sinistra, indicandoli come modelli positivi. Il facinoroso viene calmato a fatica, si inizia a discutere più pacatamente, non si trovano punti in comune (era oggettivamente improbabile) ma spunta qualche timido sorriso, da una parte e dall'altra. Non fa niente che il vostro candidato fa schifo alla merda, il Venezuela è anche vostro, e l'ex autista che denigrate con tanto astio e tanta supponenza perchè figlio del popolo sarà anche il vostro presidente. Alla fine il facinoroso arriva perfino ad abbracciare la moglie della talpa vinotinto, e andiamo via sereni.

Bilancio della giornata: non ci sono più le mezze stagioni, Posillipo è sempre meravigliosa, e questa primavera sta portando una bella ventata d'aria fresca: perchè quando la borghesia prende striscioni e pentole e scende di casa per andare a difendere i suoi privilegi (ebbene sì, erano tutte signore benestanti), vuol dire che l'aria sta cambiando. Apriamo le finestre, lasciamola entrare, questa aria nuova. Ve lo faccio dire anche dal grande Vincenzo Russo, figlio del popolo come Nicolas Maduro, nuovo presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela.
 



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